VENEZIA (SAN DONA’ DI PIAVE)

Il paese di San Donà, nel passato spesso devastato da innondazioni, epidemie come la malaria, il colera e poi martoriato da una serie di vicende belliche soprattutto durante la prima guerra mondiale, ha comunque regalato alla chiesa un vescovo degno di nota, Monsignor Ferdinando Pasini. Esso nacque nel 1897 proprio a San Donà di Piave, nella cui parrocchia ricevette i Sacramenti del Battesimo, Comunione e Cresima. Dopo le scuole di base, proseguì la formazione culturale con gli studi ginnasiali a Monselice (PD). A 15 anni fu ammesso al noviziato dell’Ordine dei Frati Minori, a San Pancrazio di Barbarano (VI), assumendo il nome di fra Fulgenzio.

Nel 1916 fu chiamato alle armi (siamo prima del Concordato!). Con queste parole un Cappellano Militare riferiva di lui in una lettera al suo padre provinciale: “Ottimo elemento di soldato come riferiscono i superiori e buon cristiano come a me consta. Serio, buono, sincero. Supplisce alla mancanza assoluta di comodità, per l’adempimento delle pratiche religiose, con il raccoglimento e la preghiera individuale e, mi consta, con buon frutto. I soldati lo rispettano e lo amano (…)”.

Fra (sottotenente) Fulgenzio Pasini così si esprimeva negli ultimi mesi trascorsi da militare in Albania: “Le condizioni si fanno sempre più difficili e disgustose. Il non poter assistere mai neanche alla santa Messa, è una cosa ben dura. Mi raccomando tanto alle preghiere dei confratelli nella speranza che quanto prima si muti quest’insopportabile modo di vivere. Fossero abbreviati i giorni del mio esilio fuori dal chiostro! Potessi quanto prima riprendere la conversazione con i confratelli e dimenticare quest’orribile mondo con tutte le sue miserie (…)”.

Finalmente nel 1920, quando venne congedato con il grado di tenente, rivestì il tanto desiderato abito francescano nel convento a San Francesco della Vigna (Venezia). Nel capoluogo lagunare s’immerse volentieri nello studio della teologia e si convinse che il Signore l’aveva predestinato sacerdote per essere “operaio, lavoratore, cesellatore d’anime sprovviste di preghiera, di fede”. Tra i ricordi più belli che gli restarono del periodo trascorso a Venezia fu certamente la sua ordinazione sacerdotale nella Basilica di San Marco per mano del patriarca La Fontaine: era il marzo del 1923.

Presentata la domanda per essere inviato missionario nella Prefettura di Sianfu, in Cina, il 23 agosto 1925 p. Fulgenzio ricevette il crocifisso missionario a Lonigo. Prima della partenza di fine agosto, il superiore provinciale volle che celebrasse la sua Messa di commiato nella Basilica di Motta di Livenza. Il 30 agosto fu trascorso dal frate in preghiera, in fervidi propositi d’apostolato e di opere da realizzare. Di lì a due settimane il Vescovo di Treviso consacrò il nuovo Duomo di San Donà.

Nel 1931 la regione di Sanyuan (nord della Cina) fu eretta Prefettura Apostolica e, l’anno successivo, p. Fulgenzio Pasini fu nominato Prefetto Apostolico. Nel 1944 divenne Vicario Apostolico e quindi vescovo. Come vescovo di Sanyuan realizzò molte opere di carattere religioso e sociale. Nove anni più tardi, in piena persecuzione comunista, fu espulso con le menzognere accuse di: “imperialista, nemico del popolo cinese, spia delle potenze straniere”. Subì l’umiliazione del tribunale popolare, da cui furono prontamente allontanati i suoi numerosi fedeli. Pronunciata la sentenza che lo condannava all’espulsione perpetua dalla Cina, Mons. Pasini fu anche rinchiuso in carcere, assieme a galeotti. Poi, scortato da soldati fu accompagnato alla frontiera, giungendo a Hong-Kong il 24 novembre del 1953.

Così, dopo 29 anni di fedele missione in Cina, il vescovo rientrò in Italia sbarcando a Napoli il 23 gennaio del 1954. Ad accoglierlo con commovente abbraccio c’era, tra gli altri, anche Mons. Luigi Saretta. Il 9 marzo celebrò la S. Messa al Santuario di Motta di Livenza, dove ringraziò la Vergine Maria e chiese una preghiera per il suo gregge privo di pastore.

Finalmente, il 19 marzo del 1954, Mons. Pasini ritornò nella sua città natale, San Donà di Piave, dove ricevette festeggiamenti solenni ed affettuosi, la cui cronaca è riportata nel Foglietto Parrocchiale del 28 marzo. Il 20 giugno dello stesso anno concelebrò a Treviso l’Eucarestia in cui venne ordinato sacerdote il penitenziere del Duomo, don Francesco Santon.

Pio XII offrì a Mons. Pasini altre diocesi in Italia, ma egli delicatissimamente sempre rifiutò, perché laggiù in Cina c’erano la sua diocesi, i suoi confratelli e i suoi fedeli: nelle sue lettere continuerà a firmarsi “vescovo di Sanyuan”; il clero ed i fedeli di quella terra che amò, comprese, illuminò, rimasero sempre nel suo cuore.

Nel settembre 1957 Mons. Pasini partì per la sua nuova missione, la Terra Santa, dove visse in umiltà, preghiera e sacrificio.

Continuò ad essere vicino spiritualmente anche alla sua città natale, San Donà di Piave.

Al termine di quasi trent’anni trascorsi a Gerusalemme in umiltà, modestia e silenzio, scrisse queste parole nella sua ultima lettera, tre mesi prima della morte, quando gli veniva comunicato dell’apertura delle chiese al culto, in Cina: “… Non facciamoci illusioni: la prova non è finita, e le astuzie usate contro la S.M. Chiesa Cattolica sono tanto subdole. Il Signore ci aiuti a continuare la parte nostra: fede assoluta in Lui, preghiera incessante, carità larga, effettiva verso quei nostri amatissimi fratelli …”.

Mons. Fulgenzio Pasini, sepolto nel conventino francescano del Getsemani a Gerusalemme, è ritratto alla base della vetrata sinistra presso l’altare di Sant’Antonio nel Duomo di San Donà. Un piccolo segno di ricordo per questo nostro insigne concittadino.

 

Nel paese di San Donà, oltre all’ormai conosciuto Monsignor Ferdinando, erano vissuti diversi Pasini che con qualche probabilità avevano a che fare con i miei diretti predecessori. Dunque, a seguito di un’accurata ricerca presso l’Archivio di Stato Civile di Venezia dei Frari elenco quanto trovato:

Libro delle pubblicazioni dei matrimoni anno 1806, registro 567

30 novembre 1806 Pasini Angelo (20 anni) figlio di Marco e Giovanna Guarato, sposa Domenica Carlo (di Giovanni Carlo)

Registro delle nascite in San Donà di Piave 1812 – 1815, archivio Stato Civile n° 563

29 dicembre 1812 Pasini Giuseppe (di Giovanni (di professione Agente) e Maria Ronchiato, possidente)

19 febbraio 1813 Pasini Paolo (di Giacomo, falegname di anni 40)

1° aprile 1815 Pasini Angelo (di Giovanni (di professione Agente) e Maria Ronchiato, possidente)

 

Registro dei matrimoni in San Donà di Piave 1813 – 1815, archivio Stato Civile n° 568

4 febbraio 1815 Pasini Giacomo (25 anni) e Giustina Zago

6 maggio 1815 Pasini Angelo e Anna Condio

 

Si deduce quindi, secondo questi archivi rivisti in chiave cronologica, che a San Donà sono nati ed hanno vissuto i seguenti personaggi:

Pasini Marco nato attorno al 1760, sposa Giovanna Guarato, padre di Angelo

Pasini Angelo nato nel 1786, sposa Domenica Carlo nel 1806

Pasini Giacomo nato nel 1790, sposa Giustina Zago nel 1815

Pasini Angelo nato attorno al 1790 sposa Anna Condio nel 1815

Pasini Giuseppe nato nel 1812 (di Giovanni e Maria Ronchiato)

Pasini Paolo nato nel 1813 (di Giacomo)

Pasini Angelo nato nel 1815 (di Giovanni e Maria Ronchiato)

 

Nei libri che trattano la storia di San Donà di Piave, la famiglia Pasini viene citata già dal 1807 in questo modo: “Il plateo del 1807 rifacendosi a documenti comunali purtroppo scomparsi per vicende belliche, documenta lo sviluppo sandonatese pubblicando un elenco delle famiglie comprese negli elenchi retributivi del tempo, tra cui la famiglia Pasini”.

Seguirà l’anno successivo il nome di Innocente e di Don Gerolamo, entrambi proprietari di casa con bottega.

 

Nel cimitero di San Donà si trova una lapide del 1892 con scritto:

 

 

Pace eterna

All’anima bella di

GIUSEPPE PASINI

n. il 4 – 3 – 1854 m. il 2 – 10 – 1892

cittadino assennato

sposo e padre esemplare

per molti anni

fabbriciere della parrocchia

con fede e pietà proceseda

zelò l’onore

della casa del signore

-

La desolata consorte

E i sette figli

Dei quali tre dedicati a Dio

Fisso lo sguardo al cielo

Invocano

La sua paterna protezione

Perché la memoria di lui duri benedetta

Questo ricordo consacrano.

 

 

 

 

 

A San Donà di Piave esisteva una villa chiamata Villa Pasini. Sorgeva nei giardini di Rialto - Jesolo all’inizio della salita che porta al ponte sul Piave. Semidistrutta e ricostruita dopo la prima grande guerra, fu demolita nel giugno dell’anno 1969. L’angolo cambiò completamente aspetto con la costruzione dell’edificio Bergamin.

 

Tornando indietro nel tempo, nel quindicesimo secolo, troviamo tracce di un certo Mattio di Pasin, probabilmente dimorante a Venezia. La vicenda da cui si traggono informazioni è contenuta nel libro di Zambon “Tra Marca e Dogato”.

Nell’aprile del 1476 il patriarca di Venezia si rivolge all’ufficio delle Rason Vecchie per denunciare l’usurpazione di alcune proprietà site in località il Fossà da parte dei Trevisan e die Marcello, affittuari della Gastaldia. Ha inizio così una lunga vertenza legale che vede protagonisti e testimoni molti personaggi tra cui, il 12 dicembre 1479, un certo Mattio di Pasin. Questo è il testo integrale:

Esame giurato alle Rason Vechie di Mattio di Pasin testimonio prodotto da livellarii (affittuari) della Gastaldia di San Donà di Piave sopra il Musil si San Donà sudetto.

Interrogato circa quello lui sa del Musil di San Donà, rispose tanto sapere e ricordarsi ch’essendo più d’anni 14 circa suo padre lo mandò a tuor insieme con altri 4 uomini in sul detto Musil di San Donato al pascolo la sua cavalla e venendo a San Donato all’osteria dove un oste attendeva detta gastaldia // (c.20v) e l’osteria in detto San Donato, il nome del quale non si ricorda, dimandò lui testimonio al detto oste dov’era la sua cavalla, qual disse quella era passata sul musil di Fossà di là dall’acqua perchè di quà sul musile di San Donà i avea messo cavalli insieme e per esser più quantità i avea fatto passar le cavalle sul musil di là dall’acqua che si chiamava il musil di Fossà.

Dimandato dove si chiamava il musil di San Donato (dov’era la località che si chiamava Musile di San Donato), disse che si chiamava dov’era una chiesa rotta e che lui testimonio fu fino in detto loco detta chiesa.

 

Questo documento si trova conservato presso l’Archivio di Stato di Venezia – Mensa Patriarcale, busta 24, H, 503, carte 20r – 20v.

LIBRO "LE FAMIGLIE PASINI"
LIBRO "LE FAMIGLIE PASINI"
LISTA EXCEL PASINI
LISTA EXCEL PASINI
LISTA TESTAMENTI PASINI IN VENEZIA
LISTA TESTAMENTI PASINI IN VENEZIA
FAMIGLIE BENETTI
FAMIGLIE BENETTI
FAMIGLIE CEOLA
FAMIGLIE CEOLA
FAMIGLIE FURLANETTO
FAMIGLIE FURLANETTO
FAMIGLIE PASTORI
FAMIGLIE PASTORI
FAMIGLIE PAVAN
FAMIGLIE PAVAN
FAMIGLIE PIERACCINI
FAMIGLIE PIERACCINI
FAMIGLIE TREVISAN
FAMIGLIE TREVISAN